venerdì 22 febbraio 2008

ECONOMIA DELLA 'NDRANGHETA

«Le imprese vittime non denunciano»
Il dossier precisa:
«Se non sono colluse, sono tutte acquiescenti agli interessi della mafia»

«Non esiste, se non in rarissimi casi, la denuncia spontanea all’autorità giudiziaria da parte delle imprese vittime della criminalità organizzata semplicemente perché in alcuni distretti del territorio, come quello del Vibonese, non esiste la categoria delle “imprese vittime”».
E’ uno dei passaggi più importanti e al tempo stesso più sconcertanti della relazione della commissione antimafia sulla ‘ndrangheta calabrese. «Quando non sono direttamente colluse - si legge -le imprese sono acquiescenti alle mire e agli interessi della criminalità organizzata e ciò avviene in tutti gli ambiti economici: imprese agricole (specie nella sibaritide, nell’alto Ionio e nel crotonese), imprese turistiche (nel Vibonese e lungo la costa crotonese), imprese commerciali (nel Lametino), grande distribuzione, ma soprattutto nell’edilizia, con un’egemonia mafiosa sull’intero ciclo del cemento». La relazione stilata dalla commissione Forgione, cita un caso emblematico: «Nel settore turistico, il meccanismo viene svelato grazie ad uno dei rari casi di collaborazione. Il rappresentante di Parmatour spa in Calabria, con una denuncia all’autorità giudiziaria, rendeva note le sistematiche estorsioni in danno di alcuni villaggi vacanze in Calabria, di proprietà della società. I villaggi turistici erano il Triton Club di Sellia Marina, Sabbie Bianche di Parghelia e Baia Paraelios pure di Parghelia. Gli estorsori venivano indicati come incaricati o appartenenti, per il primo villaggio, alla famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto e per gli altri due alla cosca dei Mancuso». E ancora: «Nello specifico, l’operatore economico spiegava che gli Arena ritiravano annualmente la somma di 40.000 euro, oltre ad imporre varie assunzioni di parenti ed amici, mentre i Mancuso, preposti al controllo del “corretto” svolgimento delle attività, avrebbero lucrato un contributo del 10% sugli introiti. Per inciso, in data 28.11.2007, il gip di Catanzaro ha disposto il giudizio nei confronti dei tre incaricati dei villaggi turistici oggetto delle estorsioni per favoreggiamento, aggravato dalla mafiosità, per avere negato, nel corso delle indagini preliminari, di avere mai ricevuto pressioni estorsive».


FONTE: Calabria Ora: del 21/02/2008

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