venerdì 30 maggio 2008

Pigneto, si costituisce un aggressore

«Sono di sinistra, la politica non c’entra»

ROMA– Nessun raid razzista organizzato, nessuna motivazione politica ma solo una questione personale, anzi affettiva, per vendicare un’amica vittima del furto di un portafoglio. È stata questa la motivazione che ha spinto Dario Chianelli, di 48 anni, a compiere sabato scorso l’irruzione contro tre negozi di asiatici nel quartiere Pigneto a Roma.
L’uomo, che ha precedenti contro il patrimonio, ieri mattina si è presentato spontaneamente alla Questura di Roma, anche se mercoledì la Digos l’aveva identificato e ieri mattina gli investigatori erano andati nella sua abitazione senza trovarlo.
Dopo essere stato rintracciato al telefono dalla Digos, Chianelli ha deciso di spiegare le sue «ragioni».
È indagato per danneggiamento aggravato. Ma almeno un’altra persona – delle 10-15 che secondo i testimoni avrebbe partecipato all’azione – è stata identificata ed ora gli investigatori stanno ascoltando di nuovo tutti i testimoni per mostrare loro le foto. Alto, capelli bianchi, corporatura robusta, Chianelli si è presento in Questura alle 11.50 accompagnato dal suo avvocato: indossava una tuta da ginnastica bianca con uno stemma nazionale dell’Italia. L’uomo, che ha negato di essere razzista mostrando il suo grande tatuaggio sul braccio
destro con «Che Guevara» ha detto: «L'ho fatto per lo schifo che c'è al Pigneto. Basta andare al commissariato di Porta Maggiore e vedere le denunce fatte dai cittadini. È una cosa mia, personale. La politica leviamola da mezzo, non mi è mai interessata ». La reazione, ha proseguito, è nata dal fatto che «a una donna a cui voglio bene come me stesso» avevano rubato il portafogli. Ha raccontato di aver saputo da un immigrato che, se voleva ritrovare
il portafoglio, doveva andare in un negozio di alimentari di un indiano.

Fonte: il quotidiano della Calabria

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